giovedì 1 marzo 2012

La Gran Bretagna ritira il personale diplomatico in Siria per motivi di sicurezza ma non interrompe le relazioni

In Siria c'è rivolta, una guerra civile che rende la vita pericolosa per l'intera popolazione in quel territorio. Leggo da varie fonti che è stato deciso dal Ministro degli Esteri britannico, Hague, di far rientrare il personale diplomatico senza, tuttavia, interrompere le relazioni con il Governo.
Perché il ritiro del personale e perché non è seguito dall'interruzione dei rapporti diplomatici?

In tal senso, appare opportuno individuare l'ambito normativo di cui parliamo. Si prenderanno come riferimento gli articoli 22 e 45 della Convenzione di Vienna del 1961.

La situazione siriana è molto delicata dal punto di vista sociale, politico e della sicurezza. Infatti, numerose sono le notizie di scontri armati. L'art. 22, c. 2, stabilisce che lo Stato accreditatario è particolarmente tenuto a prendere tutte le misure appropriate per impedire che le stanze della missione siano invase o danneggiate, la pace della missione sia turbata, e la dignità della stessa diminuita. Ciò sta a significare che esiste un preciso obbligo di fare che grava sullo Stato accreditatario, in questo caso la Siria. Tuttavia, la situazione interna e i disordini che si stanno verificando creano delle difficoltà obbiettive per garantire l'adozione di tutte le misure appropriate per garantire la sicurezza della missione. Per questo motivo, di fronte a tale difficoltà, la Gran Bretagna ha deciso di richiamare a sé i propri agenti diplomatici e le relative famiglie.

L'art. 45, lett. a)stabilisce che: in caso di rottura delle relazioni diplomatiche fra i due Stati o qualora una missione sia richiamata definitivamente o temporaneamente:
a) lo Stato accreditatario è tenuto, anche in caso di conflitto armato, a rispettare e proteggere le stanze, i beni e l'archivio della missione.
Questo articolo lascia intendere che il richiamo temporaneo o definitivo di una missione non implica la rottura delle relazioni diplomatiche: "...fra i due Stati o qualora...". Inoltre, resta fermo l'obbligo di mantenere la protezione dei locali della missione, indipendentemente dal richiamo della missione o dall'interruzione dei rapporti.

Venendo al caso di specie, permane per la Siria l'obbligo di fornire una protezione dei locali della missione. L'assenza di persone fisiche renderà, inoltre, più agevole il compito di protezione previsto dalla norma, in quanto non sarà necessario proteggere anche gli agenti diplomatici e le relative famiglie.

Perché non vi è stata alcuna interruzione delle relazioni diplomatiche?
La risposta a tale quesito è piuttosto semplice. Le relazioni diplomatiche, in genere, si interrompono quando è terminata la missione -che può essere provvisoria- ovvero quando i rapporti tra i due Stati sono compromessi al punto tale che ogni ulteriore prosecuzione delle relazioni provocherebbe un aggravamento della situazione.
Nel caso attuale, non vi sono stati eventi che hanno potuto generare delle criticità delle relazioni tra le due Nazioni, di conseguenza, l'interruzione dei rapporti di per sé sarebbe percepibile come un'offesa, oltre che ingiustificata, anche gratuita, visti i comportamenti corretti che ha tenuto la Siria nei confronti della Gran Bretagna.

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